Giorni fa, mentre percorrevo il tratto di strada che dalla Stazione di Lecce porta al centro storico, non ho fatto a meno di notare dei ragazzi, probabilmente indiani o pakistani, che arrampicati su delle scale in legno, ripulivano delle chianche in pietra leccese di un palazzo storico sotto lo sguardo attento del proprietario. Scena, peraltro, non infrequente, anzi.
Considerato che ero in ritardo al mio appuntamento, ho continuato a camminare senza fare più di tanta attenzione. Tuttavia quell’episodio, in apparenza insignificante, è stato motivo scatenante di una riflessione fatta pochi giorni più tardi, quando ho letto un articolo dove si raccontava l’esperienza di Agron Simoni, di origini albanesi sbarcato in Puglia da clandestino durante il grande esodo da Tirana di inizio anni ‘90.
La sua particolarità, ora simpatico cinquantenne, è che non solo ha ottenuto la cittadinanza italiana, stabilendosi in Puglia in Valle d’Itria, tra le provincie di Bari e Brindisi, ma che dopo diversi anni da manovale sotto la guida di Messer Leonardo, noto a Fasano per essere un “mago di potature, muretti a secco, artista dei trulli” -come racconta lui stesso alla giornalista che lo ha intervistato-, si è finalmente messo in proprio, e con la sua Azienda ristruttura le antiche abitazioni cilindriche dei contadini pugliesi diventate patrimonio Unesco dal 1996.
È stata questa l’occasione che mi ha portato a riflettere su due questioni importanti connesse tra loro e riguardanti la società odierna: da un lato il processo di integrazione verso cui siamo chiamati a rispondere -e le circostanze evidenziano quanto tutto questo prima o poi riguarderà anche noi, così come lo hanno fatto altri Paesi come Inghilterra e Francia per esempio, che l’hanno già vissuto e conseguentemente affrontato, sarà non breve, né tanto meno condiviso- dall’altro, quanto l’importante contributo attraverso il procedimento di salvaguardia di un’Arte, intesa sia come recupero strutturale, sia come processo di costruzione in sé, potrebbe dare slancio e vigore all’economia locale.
E tornando alla storia di Agron, conosciuto in paese come Simone, è probabilmente la stessa dei ragazzi che a Lecce ultimavano i lavori di rifacimento della facciata di quel palazzo. Ed è una storia, a mio avviso, da prendere di esempio, non perché i protagonisti sono degli immigrati, ma perché dimostra come a volte il miglior processo di innovazione, in un mondo dove la concorrenza delle grandi potenze economiche è già tanto avanti, possa rifarsi dalla rivalutazione di una tradizione che appartiene da sempre al know how, al saper fare, intrinseco di un popolo e che potrebbe essere uno dei punti di forza nel processo di integrazione.
Perché con il processo di urbanizzazione e il conseguente abbandono delle campagne, che ha riguardato l’Italia del secondo dopoguerra, c’è stato un progressivo allontanamento della vita rurale e di tutto ciò che ne consegue. E quel sogno del boom economico che ha dato slancio alla debole economia italiana, contribuendo a creare l’immagine dell’italiano medio salariato, oggi appare più sbiadita e meno carica di speranza. Ma avendo fortunatamente la capacità ed anche il dovere di reinventarci, Agron e chi come lui ci offrono una possibilità di via d’uscita dallo stallo moderno. Perché si può benissimo parlare di Progresso e Rivoluzione Digitale senza dimenticare che, privati della tradizione e le conoscenze che ne sono conseguite, non esiste futuro in uno scenario mutevole e in continuo cambiamento come quello attuale.
A Scuola ci insegnano che la Storia è ciclica e la realtà di ogni giorno, dalla Pandemia che stiamo vivendo fino alla crisi economica del 2008, ce lo conferma. Ma nonostante tutto questo sia quotidianamente sotto i nostri occhi, spesso lo dimentichiamo, perché presi dalla rincorsa all’ultima tecnologia. E allora viene naturale chiedersi se Lecce, da sempre rivolta verso il mare, crogiolo di culture e conoscenze diverse che si fondono e confondono, partendo proprio dal suo cuore barocco, potrebbe avere la forza di aprire la strada per il futuro… con la tradizione che si rinnova!