L’argomento di questo mese può mettere in difficoltà chi si appresta a scriverne a motivo della sua vastità che forse comprende tutto lo scibile umano: la Madre terra, la Natura. Troppe le prospettive soprattutto per una divagatrice come me che si ritrova come in un enorme luna park e non sa su quale giostra salire per prima.
Là in fondo vedo la giostra della mitologia addirittura della cosmogonia di Esiodo: sembra inizialmente un Caos fino a che una divinità straordinaria emerge dagli abissi: è Gea, la Terra. È ferma, feconda, solida, sulla quale oltre alla natura e alle altre divinità anche gli uomini potranno muoversi. E scopro che in molte mitologie il luogo e la divinità sono un tutt’uno.
Non c’è separazione.
Ogni popolazione ha sentito il bisogno di elaborare storie fantastiche e religiose riguardo alle origini del mondo.
E la Terra è una Dea. Come il Cielo il Mare, come il Vento e via di seguito ma è la Terra che le contiene; addirittura, sempre restando alla cosmogonia di Esiodo, è lei stessa con la sua autonomia a generarli. E siamo al settimo secolo avanti Cristo. Nel frattempo cosa è successo, cosa ci ha fatto dimenticare che siamo figli di una dea?
Come non farci venire in mente per esempio la forza di gravità? L’attrazione che la Terra esercita fisicamente sui corpi. Attratti e attaccati, ben piantati per Terra mentre Lei gira senza che ce ne accorgiamo. Cosa è successo se, 3000 anni dopo Esiodo, una bambina di nome Greta ha strapazzato i potenti del mondo?
E su questo non aggiungo altro, ma divagando ancora un po’ intravedo un’altra giostra: c’è un tipo che si chiama Henry Thoreau. Vive nei boschi, a contatto con la Natura. E fuori dal branco, controcorrente trascendentalista, ci ha indicato una strada meravigliosa: la vita all’aperto. Il suo libro “Walden ovvero Vita nei boschi” è come uno spartito ideale se vogliamo continuare a suonare la musica della Natura che è sempre naturante, in piena e continua attività.
Chiude il luna park e non ho visto ancora nulla ma voglio darvi un passaggio da questo gioiello di libro: “Prima di poter adornare la nostra casa di oggetti bellissimi, dobbiamo non solo spogliare le pareti ma anche spogliare la nostra vita, e porre come fondamenta un perfetto governo domestico e una bella condotta di vita. Il gusto del bello ci colpisce soprattutto all’aperto, dove non ci sono né case né padroni”.
E il dubbio viene: quando abbiamo perso il contatto con la Natura, perché abbiamo smesso di vivere all’aperto? Questo parco divertimenti sta per chiudere ma io resterò all’aperto il più possibile, per ristabilire il contatto.
E smettere di spolverare i mobili!