In questo primo giorno d’agosto che si apre “al vivo dell’estate”, Venti di Ponente, si appresta a una doverosa sosta. In verità, ve n'è stata una breve nei giorni scorsi per motivi tecnici. Questa, invece, sarà più lunga e voluta. Insomma, un attracco necessario del nostro "piroscafo giornalistico".
Si sa che fermarsi dopo un cammino o impresa intensa, anche se ugualmente interessante e soddisfacente, è salutare per tutti. Tanto più che la testata, per essere precisi, porta con sé un percorso intrapreso fin dall’aprile dello scorso 2020, e ripreso nel maggio di quest’anno.
Per cui un profondo respiro, in questa calura, diviene vitale sia come momento di recupero di energie fisiche e intellettive sia, e perché no, di riflessione su questa navigazione. E frattanto, come ogni pausa estiva, potrà essere foriera di nuove promesse e nuove esperienze e nuovi slanci. E la Redazione può non sottrarsi a tutto questo.
In un certo qual modo potremmo dire che sarà occasione, non occupandoci di cronaca, per mettere ordine, se necessario e, dobbiamo confessarlo, ci piacerebbe dire anche “per andare in villeggiatura”. Un termine da qualche tempo divenuto un po’ desueto, ma che a noi piace tanto!
Ne sanno qualcosa l’Arte e la Letteratura degne artefici che cominciarono a intessere celebrazioni della campagna e della villa quando la cultura Rinascimentale -senza scomodare l’antico mondo romano- iniziò a nutrirsi della pratica dell’otium presso le ville di campagna durante certi periodi come l'estate, unico appannaggio delle classi aristocratiche e dominanti. Successivamente ciò si diffuse nei primi decenni del Settecento, divenendo una vera e propria moda.
Considerato una sorta di libera uscita dalla prigionia delle città e dal mondo “quotidiano”, il paesaggio si insinua nell’anima ponendo la possibilità di porre attenzione alle cose per offrire, così, una prima ventata di nuova sensibilità.
Mi sovviene, fra i tanti, il poeta Parini e di quanto amasse i soggiorni campestri, sdraiandosi <o al rezzo di un albero o nei freschi antri romiti o in una barchetta>; le lunghe passeggiate “del solitario” scrittore ginevrino J.J. Rousseau che lo spingevano a contemplazioni, a riflessioni sulla natura dell'uomo e del suo spirito, trasformando il “disagio del viver” in “estasi” e ancora, mi sovvengono le opere bucoliche di pittori come Eugène Bodin e Pierre Bonnard in tempi in cui il mare era vissuto da lontano o in barca…
Ecco che in un battibaleno mi riscopro a divagare, ma forse direi non troppo, perché le soste estive, o ferie o vacanze qualsivoglia chiamarle, dovrebbero essere un momento meditativo e rallentato, una villeggiatura, dunque!
E tornando al Piano di Venti di Ponente, alla sua sosta estiva e al Progetto di riprendere a fine agosto la sua navigazione, la Redazione tutta vi augura una Buona continuazione villeggiante…