Lettera aperta di Paolo Rausa e Ornella Bongiorni a Sonia Gobbi di Molletta Teatro

Lettera aperta di Paolo Rausa e Ornella Bongiorni a Sonia Gobbi di Molletta Teatro

      Cara Sonia, cari/e amici/che attori/attrici e detenuti, grazie per averci invitato allo spettacolo teatrale che si è svolto il 20 gennaio 2023 nella sala di raccordo dei vari bracci alla Casa circondariale di San Vittore a Milano.

      Abbiamo avuto anche noi una esperienza del genere quando proponemmo e realizzammo lo spettacolo dal titolo “Natura e cultura nel mondo romano”, da me scritto e diretto, rappresentato dopo circa 6 mesi di prove a Milano Bollate. Anche quella un’altra “casa”, dove con Gerardo Placido abbiamo portato qualcosa di diverso, di classico, molto apprezzato dai detenuti/attori. Uno dei quali Sergio Nigretti, che ora non c’è più, un poeta, al termine dello spettacolo prese la parola per ringraziare tutti e pronunciò questa frase che è rimasta nei nostri cuori: “Grazie per la serata di libertà che ci avete regalato!”

      Quella stessa sensazione abbiamo provato quando il 20 gennaio 2023 siamo entrati a San Vittore e abbiamo assistito alla vostra performance, che usava mezzi espressivi semplici e una semplice ma significativa scenografia per parlare, affacciarsi al mondo, alla società, una piccola finestra un pertugio da cui far sentire le vostre ragioni, urlare al mondo che non si è sempre colpevoli di qualcosa, che se qualcuno si occupa di voi – la società – è possibile convertire i vostri desideri in sogni e bellezza.

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     Una gestualità semplice eppure studiata ha accompagnato la vs immaginazione tradotta in movimenti da sincopati all’inizio in gesti sempre più armonici, dove si capiva che possiamo benissimo passare da un atteggiamento conflittuale con gli altri ad uno collaborativo, che insieme è possibile intessere un dialogo proficuo, ricco di aspettative e di speranze, che quel finestrino da cui piovevano fiori diventi sempre più ampio, un portone da cui entrano ed escono le nostre aspettative, non solo i ricordi ma anche le idee, i progetti della nostra vita, l’amore, gli affetti, la famiglia, i figli… Ciò che siamo e ciò che saremo… La società se ne deve fare carico. Per questo è necessario far uscire lo spettacolo. Portarlo fuori, nei teatri cittadini… Farsi conoscere, e conoscere noi stessi, ciò che il mondo esterno possa offrirci e ciò che di buono e di bello siamo capaci di offrire noi con le nostre esperienze e con le nostre professionalità, con la nostra umanità, fatta di errori e di omissioni, di situazioni difficili ma capaci anche di redimerci per correre insieme verso il mare a farci un bagno lustrale e nuotare verso l’orizzonte. Grazie, per questo spettacolo e per quello che avete ancora da offrirci e auguri per la vostra vita!

     Ci sono due aspetti del vostro spettacolo teatrale, che ho avuto il piacere di vedere, che mi hanno fatto pensare a quando anni fa ho avuto il privilegio di lavorare con persone speciali. Persone rinchiuse in spazi invalicabili ma soprattutto rinchiuse dentro sé stesse.

     Era difficile comunicare con loro e l'unico modo che trovai fu quello di non chiedere, di non cercare di capire ma di immedesimarmi in loro. Quel pertugio che riuscimmo a crearci fu una grande conquista per me e una scoperta per loro. Il dentro e il fuori sono gli elementi della vita più difficili da comunicare e nel vostro spettacolo ho rivissuto tutto questo. Abbiamo un mondo interiore che ha bisogno di farsi conoscere e un mondo fuori di noi che vuole conoscerci e farsi conoscere.
     Il teatro ha questa magia, riesce a far emergere quello che mai avremmo pensato di dire o fare e immedesimandoci nei personaggi con fantasia, gestualità o parola, quel pertugio si allarga e fa entrare luce e calore, dei quali tutti noi abbiamo tanto bisogno. Complimenti, siete stati luminosi!

Paolo Rausa e Ornella Bongiorni

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