L’estate del riscatto italiano - di Gianmarco Pennetta

L’estate del riscatto italiano - di Gianmarco Pennetta

      La “spedizione azzurra” a Tokyo 2020 si conclude con il record di 109 medaglie vinte sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi, issandosi nel medagliere complessivo al 10° posto, con il record di 69 medaglie al collo delle Paralimpiadi 2021.

      Premettendo che il trionfo europeo delle ragazze dell’Italvolley guidate dalla miglior giocatrice del torneo “Paola Egonu” è stato il punto esclamativo di un’estate da record per lo sport italiano, che “Roberto Mancini” ha raccolto il testimone trionfando a Wembley  con la Nazionale di calcio, prima che il velocista “Marcell Jacobs” campione Olimpico dei 100m,  in 9 secondi e 8 decimi, e l’oro della schermitrice “Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio”, nota anche come Bebe Vio, ci hanno fatto volare sui traguardi di Tokyo, tutto il resto è Storia!

     Ciò, è quanto si potrebbe affermare, senza peccare di provinciale sensazionalismo perché se ne sono accorti tutti: l’estate che in questi giorni sta distillando le ultime vampate di calore, sarà ricordata anche come la stagione del riscatto italiano.

    Un contributo notevole è arrivato dall’atletica con la storica vittoria nei 100 metri maschili, la disciplina regina dei Giochi estivi, bissata poi dalla medaglia d’oro nella batteria della 4x100 maschile.  Due successi assolutamente imprevedibili ai quali si aggiunge il podio completamente italiano nei 100 metri femminili alle Paralimpiadi.

     Per lo sport azzurro, quella appena conclusa, è stata dunque, l’Edizione del riscatto, della vittoria della perseveranza sulle rinunce, dell’audacia sulla sfortuna. Sono stati i Giochi della sorpresa, delle lunghe attese rotte dalle urla di gioia. Le stesse incontenibili urla di gioia di “Gianmarco Tamberi”, oro nel salto in alto, e “Bebe Vio” che a Tokyo ha ripetuto il successo dell’edizione di Rio di cinque anni prima. Due storie completamente diverse ma accomunate dalla voglia di rivalsa sugli ostacoli presentati dalla vita. Un mantra che la pesista e discobola “Assunta Legnante” non smette mai di farcelo capire. Lei, più forte del destino che l’ha resa cieca fin da ragazza, ma che non le ha impedito di vincere l’argento sia nel lancio del peso che nel lancio del disco.  

    E torniamo al Giappone con la consapevolezza che non esistono limiti ai sogni, perché Mesagne, una cittadina di poco meno di 30mila abitanti in provincia di Brindisi, può essere considerata la capitale nel Taekwondo mondiale con i due ori vinti da “Carlo Molfetta” e “Vito Dell’Aquila” a nove anni di distanza, gli stessi vinti in questa disciplina dagli Stati Uniti d’America: qualcosa di magico e inspiegabile deve avvenire quando un uomo decide di percorre la strada per raggiungere i propri obiettivi! 

    Continuando a parlare di strada, sono 144 km che dividono Mesagne da Grumo Appula, comune all'interno della città metropolitana di Bari in Puglia, paese d’origine di “Massimo Stano” vincitore nella marcia di 20 km maschile, un trionfo confermato a distanza di 24 ore nella categoria femminile dalla conterranea “Antonella Palmisano”.  Due successi che rappresentano una prima volta per lo sport italiano ai quali si aggiungono le due medaglie nel sollevamento pesi sia maschile che femminile, il Dressage, una disciplina equestre in cui il cavallo e chi lo cavalca devono eseguire esercizi e figure con grazie e precisione, e il Karate che è diventata disciplina olimpica proprio nell’edizione giapponese.

    La disciplina in cui l’Italia più si è distinta è però il nuoto vincendo un totale di 39 medaglie nelle “Paralimpiadi” che hanno compensato la mancanza di ori dei colleghi olimpici, ma caratterizzate dalle 3 prove di forza di “Gregorio Paltrinieri”, in vasca a Tokyo a poche settimane di distanza dalla diagnosi di mononucleosi che non gli ha impedito di salire sul podio anche nella gara in acque libere.

       Ma sono state due Edizioni a cinque cerchi contraddistinte anche dalle delusioni. Al bilancio azzurro mancano infatti, i successi dei giochi di squadra.

     Tolto il basket, infatti, che si ripresentava in questa veste a 17 anni di distanza dall’ultima volta con la squadra maschile e con il palpitante 3x3, hanno deluso la pallavolo, sia maschile che femminile, e la pallanuoto dell’allenatore della Nazionale Sandro Campagna. Le tre formazioni, tutte eliminate ai quarti di finale, non hanno saputo trasformare in medaglie le tante speranze che tifosi ma soprattutto addetti ai lavori, riponevano nei loro fuoriclasse.

     Resta comunque il fatto che questa sarà ricordata come l’estate del riscatto, ed è sull’onda della rivincita che è arrivato pochi giorni fa il tanto atteso trionfo della pallavolo femminile che battendo la Serbia nella finale di Belgrado dell’europeo di categoria, le ragazze capitanate da “Mariam Sylla” si sono laureate Campionesse d’Europa andando così a fare il paio con il successo del calcio nella finale di Londra.

     Una concomitanza di eventi, e questa volta dobbiamo ringraziare il Covid per aver fatto rimandare molte competizioni al 2021, che ha reso il calendario sportivo colmo di appuntamenti ai quali gli atleti azzurri si sono fatti trovare pronti e preparati, rendendoci, almeno per un’estate, la nostra estate, fieri di essere italiani e delle nostre notti magiche che per tre mesi non hanno smesso di risuonare dai balconi di tutta Italia.

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