Questa volta, l’attenzione della Nostra rubrica, A Spasso Per la Puglia, trova il suo focus sul “nuovo” centro civico del capoluogo salentino: Piazza Mazzini. Si tratta di uno spazio cittadino organizzato e abbellito, non più di cinquant’anni fa, anche se molte rimangono le questioni aperte circa il suo assetto definitivo. Se infatti, nella sua struttura fisica e edilizia nulla è cambiato negli ultimi decenni, sotto il profilo cognitivo, alcune questioni, apparentemente irrilevanti, rimangono sospese. Ma andiamo per ordine.
In un rarissimo scatto fotografico pubblicato dal “Meridionale”, datato aprile 1956, l’area su cui in seguito sorgerà Piazza Mazzini, appare come un vasto spazio sterrato non ancora delimitato dai palazzi anni Settanta, che oggi lo incorniciano. Dall’immagine emerge che la piazza ospita nel suo centro un’altissima croce in ferro -poi rimossa- eretta in occasione di un evento eccezionale, il XV Congresso Nazionale Eucaristico, che si svolge a Lecce da fine aprile ai primi di maggio del 1956. L’evento mette in luce le potenzialità del luogo che si dimostra in grado di ospitare centinaia di migliaia di persone, circostanza che gli vale il nome di Piazza dei Trecentomila.
Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta la piazza, dapprima assume l’aspetto di un immenso marciapiede, che assiste al sorgere di alti palazzi moderni, dotati di ampi locali al piano terra concepiti per ospitare attività commerciali, trasformandosi così nel cuore pulsante della vita cittadina, che si sposta da Piazza Sant’Oronzo e si contrappone ai ritmi più sonnolenti del centro storico con le sue costruzioni barocche e ottocentesche.
Successivamente, la piazza viene arricchita da una monumentale fontana in marmo, inaugurata nel 1975, a firma dell’architetto Antonio Lezzi. Lecce così si fregia di un terzo centro cittadino, oltre a quello religioso facente capo a Piazza Duomo e a quello storico di Piazza Sant’Oronzo. E tutto questo mentre in quegli anni assistiamo anche a uno sviluppo urbanistico della città che cresce a vista d’occhio in direzione Nord, Nord-est dando vita ai quartieri di San Pio e di Santa Rosa, cui segue, però, proprio negli anni ’70, un mutamento di rotta diretto verso la nostra piazza. Ecco che si sviluppano a Sud e Sud- Est i quartieri “Salesiani”, “Vele”, “Zona 167”, “Piazza Partigiani”.
In contemporanea si tenta di cambiare nome alla piazza. Piazza dei Trecentomila prende ufficialmente il nome di Piazza Mazzini. Tuttavia nella prassi cittadina i leccesi si dividono in due fazioni: chi denomina la piazza nella vecchia accezione chi nella nuova e ufficiale. In verità, le due denominazioni fanno capo a due concezioni diverse di Lecce: una più cattolica, l’altra più laica. Una differenza di vedute che ancora oggi non trova unanime condivisione, rivelando le differenti anime del capoluogo salentino.
La fontana monumentale, ritenuta da molti di ispirazione massonica, è inscritta in una struttura, comprendente uno specchio d’acqua, a forma di mandala e richiama l’idea dell’eterno presente. Ai quattro angoli si evidenziano figure stilizzate, concepite originariamente come androgine, poi meglio definite come femminili, che potrebbero richiamare le quattro stagioni o fare riferimento ai quattro vangeli o ancora agli elementi primordiali della creazione e via discorrendo con teorie astrologiche e astronomiche risalenti alla cultura egizia. La piazza è abbellita in tutto il suo perimetro da una fila di aiuole le quali ospitano alberi che offrono la loro ombra alle panchine sottostanti, dove i cittadini possono fermarsi a riposare o a chiacchierare nei momenti di pausa dal lavoro o dallo shopping. Ai quattro angoli una seconda fila di aiuole era caratterizzata originariamente da alti palmizi che davano il loro tocco esotico all’ambiente, poi sostituiti, a causa del noto Punteruolo Rosso, da nuovi alberi.
Per concludere e dare, credo, giusto compimento a questo succinto quadretto di Piazza Mazzini, senza nulla togliere al fascino della originaria denominazione, è intrigante far ricorso ai ricordi, che ne restituiscono un’immagine più romantica:
“L’ho vista crescere Piazza Mazzini, trasformarsi giorno dopo giorno sotto i miei occhi. All’epoca abitavo con la mia famiglia in via Oberdan, proprio di fronte allo spazio, allora sterrato, su cui sorge l’attuale Piazza dell’Alleanza. Nel tragitto fino all’Istituto delle Suore Stimmatine, presso il quale frequentavo la scuola elementare, mi sono sbucciata più volte le ginocchia correndo e cadendo sui brecciolini misti a frammenti di vetro, di cui era fatto lo spiazzo ancora orbo del suo occhio centrale zampillante. I miei occhi hanno visto sorgere palazzi e nascere negozi, la storica libreria Palmieri, dove potevo andare a sfogliare le novità letterarie e ritrovare l’odore dei libri che respiravo in casa. Ricordo anche che originariamente, nelle ore serali, la fontana era illuminata dall’interno e si poteva fantasticare inseguendo i suoi giochi d’acqua e l’alto zampillo centrale. Che tristezza ritrovarsela oggi muta dei suoi gorgoglii e priva della magia della sua illuminazione notturna!”