Questa sera, 24 settembre 2023, alle ore 19:00, prenderà il via a Casarano, presso il Palazzo d'Aquino, l'VIII edizione della manifestazione “Le parole sono pietre”, organizzata sin dal 2003, dall’associazione culturale Percorsi d’Arte. Quest'anno vadrà la partecipazione della mosaicista e scultrice ravennate Patrizia Dalla Valle, che esporrà una parte importante delle sue opere. Una mostra, dal titolo “Oltre Bisanzio”, curata da Cinzia De Rocco e introdotta dell’archeologo dott. Basel Sai.
Nel corso della serata, tra le altre, verranno letti dei componimenti in versi di poetesse dei paesi d’oltremare, della greca Kiki Dimoula, l’iraniana Farough Farrokhzad, la siriana Maram Al-Masri, la bulgara Blaga Dimitrova, l’afgana Nadja Anjuman e della libanese Joumana Haddad. Alle poesie saranno intervallati brani composti dal musicista albanese Admir Shkurtaj, docente al conservatorio Nino Rota di Bari. In particolare, Admir di origini albanese ma salentino d’adozione, è un musicista e compositore, un fisarmonicista profondamente creativo e particolarmente interessante. Nel 2014 la Biennale di Venezia gli ha commissionato l'opera da camera “Katër I Radës. Il Naufragio” su libretto di Alessandro Leogrande, nell’ambito della Cinquantottesima Edizione del Festival Internazionale di Musica Contemporanea, con la coproduzione dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce e la regia di Salvatore Tramacere.
Una serata, con patrocini di tutto rilievo. In particolare, dal Comune di Ravenna città del Mosaico, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Casarano, Polo biblio - museale di Lecce, Presidi del Libro di Casarano, e sostenuta dagli sponsor Banca Popolare Pugliese, Pimar, Mastek, Palazzo Sansonetti e Logistic
Si tratta di un momento culturale di particolare rilievo per la città di Casarano, che con quest'iniziativa contribuisce a testimoniare non solo la grande valenza dal punto di vista storico e artistico dell'arte musiva per il Salento, ma anche tesa riscoprire e dare un rinnovato valore a questa preziosa forma d’arte ancora viva, lontana dalle forme di decorativismo e abbellimento degli ultimi tempi, e che ha ancora radici profonde nella Nostra Terra. In tale direzione, chi meglio di Patrizia Dalla Valle, che, artista di caratura nazionale e non solo, nelle sue opere coniuga il passato con la sperimentazione moderna, può far conoscere e appassionare a questa antichissima arte.
(Patrizia Dalla Valle)
Per comprendere appieno la portata della mostra di Patrizia Dalla Valle, bisogna sottolieanre subito che la manifestazione “Le parole sono pietre” nasce nel 2003, proprio dall’idea di promuovere attraverso l’arte il proprio territorio, facendo conoscere luoghi ricchi di valore storico e artistico a volte poco conosciuti o ignorati, che diventano per una sera dei contenitori culturali alternativi. Nel titolo, ripreso da un testo dello scrittore e pittore Carlo Levi, le pietre sono quei luoghi (antichi palazzi, chiese, stazioni ferroviarie, vecchi opifici industriali dismessi, arene chiuse da decenni, piazze) che nel corso delle varie edizioni hanno accolto la kermesse di arte, poesia e musica.
L’ottava edizione de "Le parole sono pietre", proprio per tutto questo, si svolgerà all’interno dell’antico palazzo settecentesco dei duchi d’Aquino, nobile stirpe napoletana -conosciuto anche come "Castello" perché costruito sulle vestigia di un antico maniero- con la sua lunga facciata dal monumentale portale d’ingresso a semicolonne fasciate e dalla balconata incompiuta recante 52 mensole raffiguranti differenti maschere apotropaiche.
In più, la personale di Patrizia Dalla Valle è stata fortemente voluta dalla curatrice Cinzia De Rocco, perché inserita in un ideale scambio culturale tra la città di Casarano e la città romagnola, rifacendosi ad una vecchia tradizione che vuole il passaggio delle maestranze provenienti da oriente e dirette al nord per la realizzazione dei famosi mosaici ravennati, lasciando a riprova di questo transito delle meravigliose opere policrome nella chiesetta di Santa Maria della Croce detta di Casaranello. E’ quindi innegabile come l’arte del mosaico, che in Patrizia Dalla Valle ha il suo più alto esponente a livello nazionale, rappresenti un filo rosso che unisce le due realtà: Ravenna e Casarano.
La mostra di Patrizia Dalla Valle si protrarrà sino al 22 ottobre e potrà essere visitata tutti i giorni, in mattinata, dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e nel pomeriggio dalle ore 18:00 alle ore 20:00 presso la galleria Percorsi d’Arte in piazza San Giovanni Elemosiniere, 23 a Casarano.
NOTE CURRICULARI di Patrizia Dalla Valle
Patrizia Dalla Valle, mosaicista e scultrice, è da sempre affascinata dall’arte bizantina e ravennate, alla quale ha dedicato un importante progetto artistico, Interno bizantino. Il mosaico la pervade con il suo fascino cromatico e luministico e giunge a far emergere le sue sonorità interiori. Tale dimensione creativa è legata, in particolare, al luogo della sua attuale residenza ed azione espressiva. Nata a Budrio (Bologna), dopo oltre trent’anni trascorsi a Ravenna, dal 2010 abita nella città di Russi, comune della provincia ravennate.
La sua formazione risale alla proficua frequentazione degli studi di insigni maestri ravennati, ma ben presto si consolida in un’originale ed autonoma ricerca tecnica e progettuale. L’indole di Patrizia Dalla Valle è, infatti, caratterizzata da una spiccata urgenza alla sperimentazione costante su vari materiali e lessici iconografici, derivante anche dai suoi studi universitari, completati con laurea in discipline scientifiche all’Università degli Studi di Bologna.
Se la tecnica musiva della grande tradizione bizantina contraddistingue una sezione significativa della sua produzione, una ricerca di linguaggi più vicini alla nostra contemporaneità la induce ad una sperimentazione su cromie e luce condotta anche con materiali diversificati per genere e messaggio.
Fra i più importanti progetti tematici finora realizzati emergono:
Interno bizantino, Tagli dal tempo – suddiviso in Tracce, Sedimenti, Fenditure –, Ovuli, Macro, Lacerti, 3 A: Arte Amicizia Amore, Oltre, Oltre Macro, Palmira, Oltre Bisanzio, Collezione artistica universale, Ermeneutica, Approdi, Geometria astrale, Gioielli, Geosculture.
A questi progetti artistico-culturali l’artista suole coniugare altre ragguardevoli creazioni che, evidenziando la sua innata inclinazione alla realtà paesaggistica e sociale, si possono sintetizzare nel termine Impressioni e Correlazioni.
L’arte di Patrizia Dalla Valle è stata analizzata ed apprezzata da notevoli interventi critici sia in fondamentali cataloghi, sia in sede di esposizioni personali e collettive. In particolare, la produzione più caratterizzante e significativa è documentata nel libro Ravenna e Bisanzio - L’eredità di Patrizia Dalla Valle, a cura di Enzo Dall’Ara, pubblicato da Maretti Editore nel mese di settembre 2015.
Sue considerevoli opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.
In particolare, l’artista, invitata a Matera nel 2008 a partecipare ad un'importante mostra sui Bizantini dal titolo Phos (Luce), è stata la prima ed unica mosaicista ad esporre nella chiesa rupestre di Madonna delle Virtù e, a commento delle opere allora presentate, apparvero significativi articoli su riviste italiane e straniere.
Nel 2017 l’artista è stata invitata alla 57. Esposizione Internazionale d’arte – La Biennale di Venezia nel Padiglione della Repubblica Araba Siriana e, nel 2018, come “special guest” alla mostra Arteologia presso il Museo Nazionale Archeologico di Venezia.
Nel 2019, in contemporanea con la 58° Esposizione Internazionale d’arte – La Biennale di Venezia, è stata organizzata la personale Rinascita, allestita negli spazi interni ed esterni dello storico Museo Provinciale di Torcello (Venezia). A questa mostra ha fatto riscontro un’ulteriore esposizione, “Ricordare il Tempo”, ospitata nell’autorevole Circolo del Ministero degli Affari Esteri a Roma. Nello stesso anno, l’artista è stata invitata, quale rappresentante italiana, ad esporre un significativo nucleo di opere nel prestigioso Museo Nazionale delle Belle Arti de L’Avana. Le creazioni, raccolte nel titolo Il Futuro del Passato, e tratte dal progetto Oltre, sono state presentate in occasione delle celebrazioni per i Cinquecento anni dalla fondazione della capitale cubana.
Nel 2021 – 2022 è stata protagonista di una mostra collettiva itinerante che dallo storico Caffè letterario del Sansi a Spoleto è stata poi ospitata nel Museo Archeologico di Monteleone e, in seguito, nella sede del Parlamento Europeo di Bruxelles.
Nel 2022 è stata inoltre invitata a partecipare alla 9ª Edizione d'Arte Contemporanea a Tashkent in Uzbekistan. Nello stesso anno ha tenuto una personale a Villa Pannonia al Lido di Venezia, in concomitanza con l'apertura della 59ª Biennale veneziana e ha organizzato un'ulteriore personale negli spazi del Caffè letterario del Sansi a Spoleto. Sempre nel 2022 ha esposto una personale nella storica Sala Orafi a Spoleto in seno al Menotti Art Festival 2022, nonché nella collettiva Dimensioni d'arte, allestita nello spazio espositivo San Marco a Firenze. Nel 2023 è ospitata una mostra personale di opere recentissime all'Hotel Santa Croce Boutique di Venezia, in concomitanza con la Biennale veneziana di Architettura tuttora in corso.
Ha partecipato ad eventi artistico-culturali nella storica “Loggetta del Trentanove” da Muky a Faenza (Ravenna) nel 2012 e nel 2018, nonché a manifestazioni di alta moda dedicate all’arte bizantina e occidentale presso gli splendidi spazi della “Dimora Altamore” a Roma nel 2015, 2019, 2021 e 2022.
Nel 2016 le è stato assegnato il prestigioso Premio Olmo per l’arte e, dal 2017, è membro dell’Ordine Civico Mediceo di Firenze. Nel 2021 e nel 2022 è stata onorata dal Premio Internazionale Spoleto Art Festival per l’arte. Nel 2022 ha ricevuto, inoltre, il Premio Internazionale Speciale Biennale di Venezia Menotti Art Festival per la promozione della cultura e delle arti. A settembre dello stesso anno le è stato conferito a Villa Bardini a Firenze il prestigioso premio “Ponte Vecchio” dall'associazione Toscana Cultura. È socio fondatore dell'Associazione Culturale italo-uzbeka “Angeli”. L’attività espositiva di Patrizia Dalla Valle ha avuto esordio nel 2001 e numerose sono ormai le mostre
tenute in Italia e all’estero. Fra queste si menzionano in successione cronologica:
2001, Comune di Eichenau, Monaco di Baviera;
2005, Galleria Fondazione Casa Oriani e Giardini di Concorezzo, Ravenna;
2007, Pavillon du Verdurier, Limoges;
2008, Complesso San Nicola dei Greci, Matera;
2009, Convento di San Francesco, Bagnacavallo (Ravenna);
2012, Palazzo San Giacomo, Russi (Ravenna);
2013, Ex Chiesa in Albis, Russi (Ravenna);
2013-2014, Oratorio San Sebastiano, Forlì;
2015, La Fenice Art Space, Venezia;
2015-2016, Manfredi Art Space, Imola (Bologna);
2016, Casina delle Civette di Villa Torlonia, Roma;
2016, Museo Comunale, Praia a Mare (Cosenza);
2017, Magazzino del Sale Torre, Cervia;
2017, Galleria Comunale d’Arte, Faenza;
2017, Sacrario dei Caduti, Bagnacavallo (Ravenna);
2017, Padiglione della Repubblica Araba Siriana, 57. Biennale di Venezia;
2018, Museo Archeologico Nazionale, Venezia;
2018, Scuderie di Villa Ortolani, Voltana (Ravenna);
2019, Museo Provinciale di Torcello (Venezia);
2019, Circolo del Ministero degli Affari Esteri (Roma);
2019, Museo delle Belle Arti de L’Avana (Cuba);
2021-2022, Caffè Letterario del Sansi, Spoleto;
2021-2022, Museo Archelogico di Monteleone di Spoleto;
2021-2022, Parlamento Europeo, Bruxelles;
2022, Villa Pannonia, Lido di Venezia, Speciale Biennale d'Arte di Venezia;
2022; Caffè Letterario del Sansi, Spoleto;
2022, Sala Orafi, Spoleto;
2022, 9ª Edizione d'Arte Contemporanea, Tashkent (Uzbekistan);
2022, Sala San Marco, Firenze;
2023, Hotel Santa Croce Boutique, Venezia, Speciale Biennale d' Architettura di Venezia.
“Patrizia Della Valle -come scrive Enzo Dall'Ara- è artista vibrante della somma della cultura ravennate, nella quale s’inserisce con voce autonoma e fiera, per rivelare al mondo quel “filo rosso” ininterrotto che unisce e coniuga spazi e tempi dell’umana creatività. E a Ravenna e a Bisanzio e al loro inscindibile binomio storico che Patrizia Della Valle rivolge sensibilità e studio, per una rinascita di bellezza e di poesia che sia luce d’arte.
Il suo operare creativo non si attesta in un nostalgico ritorno ad età trascorse, ma, da solide fondamenta, si dipana in proiezione futura, affinché l’arte musiva si erga a comprimaria nel teatro della cultura visiva.
E come dunque non volgersi a Ravenna e alle sue atmosfere? Come non proiettarsi alle sue absidi, ai suoi mausolei eterni e ai suoi battisteri? E come non pensare a Bisanzio, alle sue sonorità levantine e alle sue albe impresse nelle luci delle ecclesiae. Se Bisanzio, l’aurea città che sarà di Costantino e di Giustiniano, si porge nella luce baluginante ma vivida dell’immaginario, Ravenna appare nella solida e rude esteriorità di iridescenti e tattili interni dell’“oltre”. Della Valle si pone con l’azione aristotelica di un teatro che rinnovi la scena musiva ravennate nel fulgore di una poesia del creare, capace di illuminare i meandri oscuri di caverne interiori. Dalla storia e dalla geografia culturale dell’artista si ricompongono, quindi gli antichi e preziosi legami di due città d’Oriente, capitali di popoli e di imperi, fari di sogni e di vissute verità.”