Si avvicina la Pasqua, ed è iniziata la ricerca dell’uovo da regalare, nonostante le notizie non molto confortanti sui rincari di questo goloso alimento, che arrivano dal Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori. Secondo l’associazione, infatti, quest’anno i prezzi di questo prodotto immancabile delle festività pasquali hanno registrato aumenti fortissimi, al punto che i listini sono saliti in media del +24% sul 2023, dopo il +15,4% già fatto registrare lo scorso anno, toccando punte del 40% nel caso di ditte specializzate nel settore.
Sembra quasi che la tradizione di regalare questo oggetto alimentare, con tanto di sorpresa, torni alle sue origini di gioiello, a quando lo zar di tutte le Russie commissionò a Fabergè le preziose uova, realizzate con materiali di pregio, da regalare alla zarina e ad alcuni esponenti della corte. In realtà, sembra che l’usanza cristiana delle uova di Pasqua sia iniziata già tra i primi cristiani della Mesopotamia, che macchiarono le uova con la colorazione rossa “in ricordo del sangue di Cristo, versato alla sua crocifissione”.
E sempre al rito cristiano è legata una bella usanza che si ripete annualmente, da tempo immemorabile, in alcuni paesi della Provenza, la regione francese caratterizzata da chiesette rupestri e prati sterminati di lavanda. Nel giorno di Pasquetta, infatti, il lunedì detto dell’Angelo che segue immediatamente il giorno della Pasqua di Resurrezione, nei campi di questi paesini i bambini partecipano a una caccia alle uova colorate, un rituale antico che si tramanda nel tempo, di generazione in generazione, secondo un’antica leggenda.
La tradizione dice che dal giorno del giovedì Santo, quando inizia la Passione di Gesù, fino al mattino di Pasqua, non si senta alcun rintocco. Questo perché le campane volano verso Roma per andare a sentire l’annuncio della Resurrezione di Cristo direttamente dalla voce del Papa. Poi, sempre volando, tornano in Francia per annunciare a tutti il lieto evento. Durante questo viaggio di ritorno le campane lasciano cadere tante uova di cioccolato. Così i bambini le cercano in una divertente caccia al tesoro, per poi mangiarle in allegria tutti insieme.
Un’usanza molto simile avviene anche oltre la Manica: l’Easter Egg Hunt è una tradizione inglese nata in epoca vittoriana per iniziativa di un’azienda alimentare, dedicata ai più piccoli. La domenica di Pasqua i bambini vanno a caccia di uova per parchi e giardini, circondati da persone mascherate da coniglio pasquale: solo chi trova le uova nascoste dai familiari potrà ricevere la sorpresa portata dal coniglio.
A segnare l’inizio delle feste pasquali in Polonia, invece, ecco la benedizione del cestino pasquale in segno di gratitudine verso il Signore. Tradizionalmente il cestino decorato con nastrini e fiori colorati viene portato in chiesa il sabato mattina, per essere benedetto dal prete. Il cibo viene poi tenuto da parte e conservato fino alla colazione della domenica. Al suo interno, come sorpresa, ci sono il maslo, burro a forma di agnello o croce, il chrzan, il rafano simbolo della Passione di Cristo, la kielbasa, la tipica salsiccia est europea, e poi le uova decorate. Si chiamano pisanki e vengono abbellite con simboli di nascita e prosperità, in ricordo della Resurrezione:
Qualcuno, invece, fa risalire le origini dell’uovo di cioccolato al re Sole, Luigi XIV, che per primo, a inizio Settecento, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte. Facendo un altro salto all’indietro nel tempo, tuttavia, si scopre che questo alimento ha sempre ricoperto un valore simbolico enorme. In alcune culture Terra e Cielo, unendosi, formavano proprio un uovo, simbolo di vita. Per gli antichi Egizi l’uovo era invece l’origine di tutto e il fulcro dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco). In più, proprio perché durante la Primavera la Natura risorge, i Persiani amavano, per questa circostanza, regalarsi proprio delle uova, simbolo di nuova vita.
Un oggetto semplice quanto misterioso, l’uovo, se si pensa che in natura esso è fonte di vita, sia che si tratti di un elemento microscopico nel mondo dei mammiferi, o di cellule macroscopiche come nel caso dei volatili. Del resto, il detto per cui ci si chiede se sia nato prima l’uovo o la gallina, nella sua apparente comicità, racchiude un dilemma antico quanto il mondo, facendo riferimento alle origini della vita stessa.
Qualunque sia l’origine di questa usanza, tuttavia, resta intatto il gesto simbolico del donare qualcosa a qualcuno. Che sia di materiale prezioso, che contenga una sorpresa più o meno attesa, o che sia di semplice cioccolato o addirittura un semplice uovo sodo colorato a mano, quando è segno di affetto assume un valore fondamentale: quello del prendersi cura, anche con un gesto semplice, di qualcuno che ci sta a cuore.
Matteo Gentile