LA MENTE E IL VUOTO…il Silenzio del Guerriero – Gabriele Madaro

LA MENTE E IL VUOTO…il Silenzio del Guerriero – Gabriele Madaro

              Ed ecco che Venti di Ponente riprende il percorso attraverso la poliedricità delle arti marziali, fondamentali e fondanti per la formazione delle più “antiche” e valorose società. Si tratta di una ricerca di valori oramai lontani da noi, per lo più esseri consumistici, che viviamo di feticci, nei quali ci identifichiamo e ci identificano, e che sono i principali strumenti di decodificazione della realtà e della società. E proprio per questo, paradossalmente tale ricerca importa il comprendere meglio il nostro ambiente, quello nel quale siamo calati, che ci pare l’unica realtà possibile; una ricerca che questa volta ci conduce in Giappone, per analizzare il codice etico e morale dei guerrieri nipponici, ovvero il Bushido 武士道.

            La traduzione dei kanji ci viene incontro, ed infatti il termine Bushido è formato da BUSHI che si può tradurre con guerriero e DO traducibile con cammino. Semplificando potremmo definire il bushido un codice di condotta comportamentale che caratterizza la vita di un BUSHI, o in termini più occidentali e cristiani deve declinarsi come la Via, la Regola del e dei Bushi. Il codice viene fatto risalire al 660 A.C., anche se la prima testimonianza scritta risale precisamente al 1616 in un documento militare, e giunge a noi tramite lo Hagakure, l'opera composta durante il XVII secolo d.c., appunto. Un codice adottato per secoli come Regola fondamentale dei guerrieri, che vide tuttavia la stampa e la diffusione solo nel 1906, in Giappone.

         Il Bushido riadatta e rielabora alcuni valori del buddismo e del confucianesimo, applicandoli alla casta dei guerrieri, ponendo il raggiungimento dell’obbiettivo, qualunque esso sia, come motivo fondante del guerriero, dove come unica alternativa ad esso si presentava il suicidio rituale, il seppuku. Ciò ovviamente sempre nel rispetto dei 7 valori fondamentali che dovevano caratterizzare ogni momento della vita del guerriero. Nello specifico questi valori erano l’onestà, il coraggio, compassione, gentilezza, sincerità, onore e lealtà. Ed ecco che si delinea la figura “romantica” del Samurai, la cui unica compagna di vita è la morte, che cammina sempre al suo fianco. Questa Via, la Via del guerriero, si presenta da subito ostica e chi sceglie di percorrerla non è un uomo comune: sono in pochi a sceglierla e solo chi sente questi valori come propri! Questo eleva socialmente il ruolo del guerriero e lo rende al pari di quanto detto nei precedenti articoli, una figura avvolta da un velo affascinante e misterioso.

       Basandosi proprio su questa figura, durante l’epoca della restaurazione Meiji, quando nel 1866 il Giappone riconsegna il potere all’ imperatore, quest’ultimo applica il principio del rispetto assoluto a sè stesso, una manovra che incrementa il nazionalismo giapponese, e da qui il bushido diventa disciplina di comportamento da rispettare rigorosamente. E così creando moderni Bushi pronti a morire per la propria patria, in cerca di una morte onorevole per essa, come succedeva ad esempio durante la seconda guerra mondiale con i kamikaze. Ancora una volta la figura del guerriero si distingue dalla massa o meglio fa parte di essa, ma agisce diversamente. Il guerriero Kamikaze è mosso da valori che non appartengono a tutti, nonostante la figura del guerriero si sia allontanata dai 7 principi fondanti, la quale comunque continua a sussistere e ad essere avvolta da quell’aura di misticismo.

          Ai nostri giorni quello che ci è rimasto della Via del Guerriero è la leggenda di questi uomini straordinari enfatizzati dalla letteratura giapponese dello scrittore spadaccino Miyamoto Musashi autore del “Libro dei cinque anelli” una vera Bibbia per ogni cultore di Arti Marziali, ovvero un individuo che ha raggiunto il successo solo grazie all’esperienza e alle sue abilità, che posso sintetizzarsi quale arti che conducono a “la mente e il vuoto”. In altre parole, l’arte marziale deve convergere nello svuotamento della mente, l’unica condizione che permette di condurre tutto l’individuo dritto verso l’obiettivo prescelto o assegnato. In termini più vicini alla nostra cultura, una mente capace di tacere e giungere al Silenzio, uno dei principali valori di molti percorsi iniziatici Occidentali di tutti i tempi.

Gabriele Madaro

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