La Puglia potrebbe avere un’altra università, in un prossimo futuro, ma quanto vicino non è ancora possibile dirlo. Ad ipotizzare tale scenario, ed a lanciare l’idea, è il Consigliere regionale pentastellato Gianluca Bozzetti, in una nota stampa fatta circolare in questi giorni.
Questi mesi non sono solo segnati da votazioni referendarie, regionali e comunali, anche da elezioni universitarie, a Lecce. Infatti, nelle giornate del 20 e 21 ottobre scorsi, si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche dell'Università del Salento.
Si è svolto il 5 ottobre scorso, presso il Chiostro dell’ex Convitto Palmieri a Lecce, un interessante dibattito sugli spazi cittadini ed universitari, organizzato da una delle associazioni studentesche dell’Ateneo salentino, ovvero Link Lecce.
Dopo nove anni di assenza, il sindacato universitario con il sole nel simbolo ritorna ufficialmente nell’Università del Salento. Infatti, è di ieri il voto favorevole unanime del Coordinamento Nazionale dell’Unione degli Universitari – Udu, appunto – per l’ingresso, ovvero la confederazione, di Studenti Indipendenti Lecce.
Nell’Università del Salento sono riprese le attività e gli studenti sono pronti ad affrontare questo nuovo anno accademico, con nuove regole e nuove disposizioni. Ma se l’UniSalento pare prendere le giuste misure per sicurezza e diritto allo studio, sembrerebbe non sia lo stesso nell’Agenzia per il diritto allo studio universitario (Adisu) della Puglia.
Nella discussione universitaria continuano ad avere primaria rilevanza le questioni attinenti alle politiche dell'Adisu, ovvero l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio. Il motivo della critica da parte del sindacato studentesco, e cioè dell'Udu di Lecce, è centrata, questa volta, sulle misure introdotte dall’Ente Regionale, appunto, circa i posti alloggio nelle Case dello Studente e i relativi servizi di vitto. Infatti, secondo la valutazione degli studenti, “Adisu Puglia sembra aver dimenticato che la pandemia continua ad essere un rischio attuale, non del tutto superato e che le misure di prevenzione sono tuttora vigenti.” In una nota, l’Udu Lecce chiede maggiore sicurezza e propone la monetizzazione dei servizi non erogati agli studenti nelle residenze universitarie. In particolare:
L’Università pugliese pare non tenere conto dei mesi appena trascorsi, durante i quali l’Italia ed il Mondo si sono bloccati a causa del contagio da coronavirus. Infatti, l’ente regionale per il Diritto allo Studio – Adisu Puglia – nel disegnare i limiti ed i parametri di accesso al bonus straordinario per la didattica, ha deciso di non prendere in considerazione tutti i disagi causati dal blocco anche economico, come pure l’inevitabile caduta del reddito familiare degli studenti. Difatti, l’Adisu ha deciso di corrispondere il bonus da 500 euro solo agli studenti già borsisti, ovvero facendo riferimento ai redditi pre-Covid. A tal riguardo, si è espresso il sindacato studentesco Studenti Indipendenti - UDU Lecce, che per l’ennesima volta si trova costretto a denunciare l’insensatezza delle decisioni dell’Adisu. Ed è proprio la sigla UDU Lecce che si è rivolta all’ente territoriale e all’assessore regionale competente Stefano Leo, in una nota, in cui gli studenti spiegano la loro posizione ed avanzano delle proposte:
Le problematiche legate alla pandemia per gli studenti universitari non sono ancora state risolte. Le istituzioni preposte pare non riescano a immaginare azioni risolutive e attinenti alla realtà odierna, escludendo dall’erogazione dei fondi e dei bonus, di fatto, larga parte di quegli studenti che avrebbero bisogno di un sostegno allo studio, per via delle deficitarie condizioni economiche proprie e delle proprie famiglie. Rispetto proprio alle esigenze degli studenti, si è espressa l’Udu Lecce – Studenti Indipendenti, in una nota ufficiale:
Dopo il lockdown, in Italia, riparte tutto, ma resta ancora alla fase 1 l’Università. Riaprono gli spazi commerciali e quelli della movida, ma restano limitati e chiusi quelli dell’Università, anche a Lecce. L’Università rappresenta, anche nel Salento, non solo un luogo di formazione e di cultura, ma è il cuore pulsante delle città, non solo sotto l’aspetto socio-politico. Infatti, anche a Lecce, l’”universo” studentesco ed universitario incide largamente sul prodotto interno lordo (Pil) della città e la sostiene, la rende viva. Perché dunque tenere in stand-by un settore così importante, anche economicamente, per la città e la provincia tutta? A chi giova?
A seguito della ratifica da parte del Parlamento italiano, avvenuta in forma definitiva il 29 maggio scorso, con votazione positiva al Senato della Repubblica, dell’Accordo, firmato nel 2012 a Roma, di Cooperazione tra Italia e Qatar in tema di istruzione, università e ricerca, si riaccende il dibattito sull’antica querelle centrata sulla localizzazione a Lecce dell’Università Islamica. Nel 2014 il tentativo avanzato da Giampiero Khaled Paladini infiammò il mondo politico salentino. Un dibattito che non si è esaurito, i cui esiti, infatti, rimasero senza una reale definizione per l’emergere di una serie di difficoltà giuridico-amministrativi, che impedirono, di fatto, l’avvio dei lavori per l’insediamento del polo universitario musulmano.
Nelle scorse ore, l’Università del Salento ha emanato un decreto rettorale inerente gli esami scritti, da tenersi in presenza. Ad esprimersi su tale decisione è l’Associazione universitaria Studenti Indipendenti – Udu Lecce. Il sindacato studentesco chiede, infatti, maggiori tutele ed una tempestiva organizzazione per lo svolgimento degli esami in Università, attraverso la nota che segue:
L’Adisu, dopo la denuncia delle associazioni universitarie e, in particolare, di Studenti Indipendenti – Udu Lecce, rispetto a borsisti e assegnatari di alloggio universitario, si impegna a istituire un fondo di sussidio economico per una determinata fascia di studenti.
Ieri, si è tenuta una seduta del Consiglio degli studenti dell’Università del Salento, che doveva trattare, tra gli altri punti all’ordine del giorno, il regolamento per la progettazione. La particolare attenzione a tale aspetto deriva dall’importanza di questo regolamento, perché risulta fondamentale, in quanto permette di gestire i fondi riservati allo sviluppo di progetti riservati agli studenti, che equivalgono al 2 per cento della contribuzione studentesca dell’anno precedente.
Ultimi articoli - Attualità
Sul pianeta Terra, a oggi, la popolazione dei social media ha appena raggiunto la quota di 5 miliardi di utenti, secondo i dati forniti da Meltwater, leader mondiale nel settore dei media, della social intelligence e dei consumatori, e We Are Social, l’agenzia creativa a guida sociale, che hanno pubblicato Digital 2024, ultimo rapporto annuale sui social media e tendenze digitali in tutto il mondo.
03 Marzo 2024Esiste in ambito sociologico e antropologico un numero, detto di Dumbar, con cui viene teorizzata le quantità di persone con le quali un individuo è in grado di mantenere relazioni sociali stabili. Questo numero fu introdotto per la prima volta dall’antropologo inglese Dumbar, da cui prende il nome, e ha un fondamento legato principalmente alle dimensioni fisiche dell’encefalo dei primati sui quali il ricercatore eseguì i propri studi. Il numero di Dunbar oscilla da 100 a 250, e si tende a considerare mediamente che 150 siano le relazioni nelle quali un individuo possa conoscere l'identità di ciascuna persona con cui interagisce attivamente e con le quali sia in grado di relazionarsi con cognizione di causa. Non semplici conoscenti, quindi, ma soprattutto persone che formano una vera e propria rete sociale.
20 Settembre 2023