Anche nel contesto della pandemia mondiale, gli universitari non dimenticano cosa significhi per tutti gli studenti il 17 novembre.
La Puglia potrebbe avere un’altra università, in un prossimo futuro, ma quanto vicino non è ancora possibile dirlo. Ad ipotizzare tale scenario, ed a lanciare l’idea, è il Consigliere regionale pentastellato Gianluca Bozzetti, in una nota stampa fatta circolare in questi giorni.
Nell’Università del Salento sono riprese le attività e gli studenti sono pronti ad affrontare questo nuovo anno accademico, con nuove regole e nuove disposizioni. Ma se l’UniSalento pare prendere le giuste misure per sicurezza e diritto allo studio, sembrerebbe non sia lo stesso nell’Agenzia per il diritto allo studio universitario (Adisu) della Puglia.
Dopo il lockdown, in Italia, riparte tutto, ma resta ancora alla fase 1 l’Università. Riaprono gli spazi commerciali e quelli della movida, ma restano limitati e chiusi quelli dell’Università, anche a Lecce. L’Università rappresenta, anche nel Salento, non solo un luogo di formazione e di cultura, ma è il cuore pulsante delle città, non solo sotto l’aspetto socio-politico. Infatti, anche a Lecce, l’”universo” studentesco ed universitario incide largamente sul prodotto interno lordo (Pil) della città e la sostiene, la rende viva. Perché dunque tenere in stand-by un settore così importante, anche economicamente, per la città e la provincia tutta? A chi giova?
Questi mesi non sono solo segnati da votazioni referendarie, regionali e comunali, anche da elezioni universitarie, a Lecce. Infatti, nelle giornate del 20 e 21 ottobre scorsi, si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche dell'Università del Salento.
Nella discussione universitaria continuano ad avere primaria rilevanza le questioni attinenti alle politiche dell'Adisu, ovvero l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio. Il motivo della critica da parte del sindacato studentesco, e cioè dell'Udu di Lecce, è centrata, questa volta, sulle misure introdotte dall’Ente Regionale, appunto, circa i posti alloggio nelle Case dello Studente e i relativi servizi di vitto. Infatti, secondo la valutazione degli studenti, “Adisu Puglia sembra aver dimenticato che la pandemia continua ad essere un rischio attuale, non del tutto superato e che le misure di prevenzione sono tuttora vigenti.” In una nota, l’Udu Lecce chiede maggiore sicurezza e propone la monetizzazione dei servizi non erogati agli studenti nelle residenze universitarie. In particolare:
A seguito della ratifica da parte del Parlamento italiano, avvenuta in forma definitiva il 29 maggio scorso, con votazione positiva al Senato della Repubblica, dell’Accordo, firmato nel 2012 a Roma, di Cooperazione tra Italia e Qatar in tema di istruzione, università e ricerca, si riaccende il dibattito sull’antica querelle centrata sulla localizzazione a Lecce dell’Università Islamica. Nel 2014 il tentativo avanzato da Giampiero Khaled Paladini infiammò il mondo politico salentino. Un dibattito che non si è esaurito, i cui esiti, infatti, rimasero senza una reale definizione per l’emergere di una serie di difficoltà giuridico-amministrativi, che impedirono, di fatto, l’avvio dei lavori per l’insediamento del polo universitario musulmano.
Si è svolto il 5 ottobre scorso, presso il Chiostro dell’ex Convitto Palmieri a Lecce, un interessante dibattito sugli spazi cittadini ed universitari, organizzato da una delle associazioni studentesche dell’Ateneo salentino, ovvero Link Lecce.
L’Università pugliese pare non tenere conto dei mesi appena trascorsi, durante i quali l’Italia ed il Mondo si sono bloccati a causa del contagio da coronavirus. Infatti, l’ente regionale per il Diritto allo Studio – Adisu Puglia – nel disegnare i limiti ed i parametri di accesso al bonus straordinario per la didattica, ha deciso di non prendere in considerazione tutti i disagi causati dal blocco anche economico, come pure l’inevitabile caduta del reddito familiare degli studenti. Difatti, l’Adisu ha deciso di corrispondere il bonus da 500 euro solo agli studenti già borsisti, ovvero facendo riferimento ai redditi pre-Covid. A tal riguardo, si è espresso il sindacato studentesco Studenti Indipendenti - UDU Lecce, che per l’ennesima volta si trova costretto a denunciare l’insensatezza delle decisioni dell’Adisu. Ed è proprio la sigla UDU Lecce che si è rivolta all’ente territoriale e all’assessore regionale competente Stefano Leo, in una nota, in cui gli studenti spiegano la loro posizione ed avanzano delle proposte:
Nelle scorse ore, l’Università del Salento ha emanato un decreto rettorale inerente gli esami scritti, da tenersi in presenza. Ad esprimersi su tale decisione è l’Associazione universitaria Studenti Indipendenti – Udu Lecce. Il sindacato studentesco chiede, infatti, maggiori tutele ed una tempestiva organizzazione per lo svolgimento degli esami in Università, attraverso la nota che segue:
Dopo nove anni di assenza, il sindacato universitario con il sole nel simbolo ritorna ufficialmente nell’Università del Salento. Infatti, è di ieri il voto favorevole unanime del Coordinamento Nazionale dell’Unione degli Universitari – Udu, appunto – per l’ingresso, ovvero la confederazione, di Studenti Indipendenti Lecce.
Le problematiche legate alla pandemia per gli studenti universitari non sono ancora state risolte. Le istituzioni preposte pare non riescano a immaginare azioni risolutive e attinenti alla realtà odierna, escludendo dall’erogazione dei fondi e dei bonus, di fatto, larga parte di quegli studenti che avrebbero bisogno di un sostegno allo studio, per via delle deficitarie condizioni economiche proprie e delle proprie famiglie. Rispetto proprio alle esigenze degli studenti, si è espressa l’Udu Lecce – Studenti Indipendenti, in una nota ufficiale:
L’Adisu, dopo la denuncia delle associazioni universitarie e, in particolare, di Studenti Indipendenti – Udu Lecce, rispetto a borsisti e assegnatari di alloggio universitario, si impegna a istituire un fondo di sussidio economico per una determinata fascia di studenti.
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