Quest’oggi la nostra rubrica, “A spasso per la Puglia”, ci conduce in Piazza Sant’Oronzo a Lecce e, più precisamente, a piedi del basamento da cui si erge l’alta colonna che sostiene la statua del Santo patrono, da cui la piazza stessa prende il nome. Sbucando da via Trinchese, la si può ammirare proprio di fronte, appena più avanti del “Sedile”. In onore del santo sono stati utilizzati rocchi marmorei crollati di una delle due colonne romane che erano poste, a Brindisi, alla fine della Via Appia. Benché il simbolo della città di Lecce sia certamente La Lupa, messa in evidenza dal mosaico che si trova al centro della piazza e sul quale si suole passeggiare immemori della storia cittadina, si volle comunque esprimere la gratitudine al santo che avrebbe preservato la città dalla peste diffusasi, nel 1656, nel Regno di Napoli.
Proseguono le visite guidate in questo ultimo fine settimana di gennaio 2022, e precisamente sabato 29 alle 15:00 e domenica 30 alle 11:00, nel Parco Archeologico di Rudiae, lungo Via San Pietro in Lama, a Lecce.
Questa volta, l’attenzione della Nostra rubrica, A Spasso Per la Puglia, trova il suo focus sul “nuovo” centro civico del capoluogo salentino: Piazza Mazzini. Si tratta di uno spazio cittadino organizzato e abbellito, non più di cinquant’anni fa, anche se molte rimangono le questioni aperte circa il suo assetto definitivo. Se infatti, nella sua struttura fisica e edilizia nulla è cambiato negli ultimi decenni, sotto il profilo cognitivo, alcune questioni, apparentemente irrilevanti, rimangono sospese. Ma andiamo per ordine.
Lecce è fuor di dubbio una splendida città e, senza nulla togliere agli altri capoluoghi di provincia, il fiore all’occhiello della Puglia, e non solo. La conosciamo infatti per il suo barocco, che la rende consorella di città siciliane come Palermo e Noto, ma con la peculiare differenza della pietra usata per abbellire facciate di chiese e palazzi: la famosa pietra leccese dal colore chiaro e dalla tessitura porosa e friabile che la rende in sommo grado adatta a lavori di cesello. Dolce e malleabile, riflette il temperamento stesso del Salento, dei salentini e dei salentini dell’area leccese che, come sappiamo, si portano dietro sicure tracce di provenienza orientale. E dalla cultura greca infatti originano i “luoghi d’acque”, cioè i ninfei, dei quali abbiamo diversi esempi proprio in Lecce.
Da domani, 23 maggio, riparte la rassegna “Il futuro del verbo restare” de La Scatola di Latta, Fucina Salentina e A scuola per restare per il CSV Brindisi-Lecce Volontariato nel Salento
È tardissimo! Solo venti minuti ai nove rintocchi mattutini dell’orologio. Se puntuali riusciamo ad «arrivare dove dobbiamo arrivare», magari ci aggiudichiamo il podio alle prossime Olimpiadi. Un momento… Aspettate… Ma, pensandoci bene, fin’ora non ho vinto neanche una medaglietta in cartoncino. E vabbuò, che c’ammo ffa’! Che ne dici, o amico lettore, andiamo? La lunga passeggiata mattutina del giovedì fino al laboratorio inizia qui, dal primo piano di casa mia, a più di tre metri di altezza dall’asfalto. Eh, compare, trentaquattro gradini sono tanti!!! Lasciato il portone alle spalle, l’immediata svolta a sinistra dà inizio alla nostra calda camminata rinfrescante.
Seguiamo la dritta via e, dopo il primo incrocio e la svolta a destra, saltiamo dal primo al secondo marciapiede. Eccoci nella piazzetta dell’affollata Porta Rudiae, permeata dal tintinnante suono delle ceramiche delle tazzine, dall’intenso profumo di caffè tostato e pasticcini vanigliati, è gremita di baldi giovini di belle speranze. Li vedo, impacciati dai grossi album da disegno, che si fiondano frettolosamente dalle due vicine caffetterie verso l’Accademia. Colazione con pasticciotto e cappuccino? No, macché! Il caffè e i dolci non sono proprio salutari. In realtà come al solito siamo in ritardo, ma tu fa’ finta di non sapere… Ci addentriamo nella gola dell’ornato arco che conduce al cuore di Lecce, tra il candido e profumato chiarore degli edifici in pietra leccese; lasciamo alle nostre spalle l’Accademia e la Sovrintendenza e procediamo per la sinuosa strada, tra gli empori di souvenir in procinto di accogliere i passanti armati di reflex e pronti all’arrembaggio, fino al Duomo. Continuiamo nella stessa direzione, inebriati dall’aromatico profumo di pane e taralli, passando fugacemente per il chiostro dei Teatini, affiancato da un manifesto che invita a far visita all’esposizione. La libreria Liberrima è già aperta! Bello quel castello tridimensionale di Hogwarts esposto in vetrina! C’è ancora poco movimento, ma va be’, dai, sono quasi le nove del mattino; la gente dorme ancora! Le cose debbono essere fatte con calma: si fanno bene o non si fanno proprio. Guarda la Salerno-Reggio Calabria, ci son voluti più di cinquant’anni per costruirla. Che bel capolavoro però ora che l’hanno completata!
Ed eccoci ora in piazza Sant’Oronzo, attraversata dai frettolosi che lanciano occhiatacce all’Orologio delle Meraviglie che capeggia sulle robuste mura del Banco di Napoli; costeggiamo l’Anfiteatro custodito dallo sguardo del Patrono, finché non imbocchiamo la prima viottola sulla sinistra che si apre sull’imponente portone schiuso del Castello, cullato dalle fronde degli alberi. Hai visto quel signore incravattato uscire dal bar Alvino? Aveva proprio la tipica faccia dell’impiegato comunale: eh, quando si parla di fatal quïete foscoliana, tanto prima o poi all’ufficio arriverà.
Nel frattempo, imbocchiamo la vicina curva che, abbracciando la Fontana dell’Armonia, ci porta fra il pacato frastuono dei mercanti che tentano già di rifilarci borse in cuoio, suppellettili etnici e oggetti d’ogni genere: piuttosto preferirei essere sotto i ferri del mio dentista, almeno lui canticchia i Queen! Percorriamo il bazar ancora per qualche passo, vicino a quei loschi figuri bardati in alta uniforme pronti a piazzare contravvenzioni sui parabrezza delle autovetture come se stessero disseminando volantini pubblicitari. Raggiungiamo il Mercato dei Fiori e prendiamo la via più curva. Siamo nei cantieri. Percorriamo la strada in compagnia del morbido fragore degli attrezzi, delle macchine e degli operai che comunicano tra loro a suon di «Ronzinu, pigghia la trave!!!», scendendo giù giù fino alla Chiesa di San Lazzaro. Ora la quiete. Ancora qualche passo, su per tranquilla via Cota. Arrivati. Siamo al civico 22. E ancora una volta in ritardo!
Walter Zitano
È difficile trattare di turismo e gite fuoriporta, o ancora di escursioni naturalistiche, culturali nel tempo del Covid-affaire e del lockdown. Eppure, partendo dal principio che chi si adatta al tempo in cui vive, in qualche modo conserva tutte le sue tradizionali attività, sebbene esercitandole in forme e modalità diverse dal passato.
E mentre l’estate lentamente va scemando, a grandi passi s’avvicina l’autunno, che ufficialmente si avvierà martedì prossimo con l’equinozio d’autunno, per l’appunto, e che per certi gruppi e certe “associazioni” viene solennemente festeggiato. Si entra nel tempo in cui la Natura comincia a ripiegarsi su sé stessa. E sebbene in un tempo di sole “calante” e di giornate sempre più corte, l’autunno è una stagione sostanzialmente equilibrata, in cui le temperature sono miti, almeno per noi in Puglia. E quale migliore occasione di una gita, di un’escursione, magari con una conclusione a tavola, per degustare qualche particolarità culinaria del posto visitato.
Prosegue, dunque, la Nostra rubrica A Spasso per la Puglia. Questa volta propone, con forti motivazioni, un’escursione nel Mondo dei Messapi. Nella storia e nella cultura di questo popolo, che ha presidiato il Salento dal IX secolo a.c. (secondo l’ipotesi più accreditata) sino al suo completo assorbimento dopo il 90 a.c., da parte di Roma, non è azzardato ritrovare alcuni dei suoi caratteri proiettati nella modernità della gente che insiste nelle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Uno dei misteri più intriganti e meno conosciuti di Terra d'Otranto, che in parte sta per svelarsi ai lettori di Venti di Ponente, è costituito da un misto di cavalleresco, religioso, con un pizzico di superstizione -che non guasta mai- Il tutto miscelato con animali totemici spaventosi e una parte della gnosi cristiana non svelata. Questo mistero giace da secoli in un placido paese alle porte di Lecce, ovvero San Cesario di Lecce. Il mistero in questione si trova custodito all'interno di una chiesa dedicata all'evangelista Giovanni. E siccome l'intento nostro è quello di svelare i segreti in esso nascosti, ecco che già nel titolo della chiesa in questione si trova il primo riferimento esoterico-misterico.
Molti sono i presidi preistorici sparsi nel Mondo, ma quali le specificità di quelli ubicati in Puglia? A riguardo, va evidenziato che le tracce delle “civiltà” preistoriche nella nostra regione risalgono agli stessi periodi delle più note civiltà mesopotamica ed egizia. Le datazioni infatti delle une e delle altre fissano le prime forme di vita civile intorno al 3000 A.C. È chiaro che le società pugliesi pare siano molto diverse da quelle pocanzi accennate. Ma c’è di più. In alcuni casi, si presentano delle singolarità veramente interessanti e che, oltre a far riflettere, incuriosiscono, spingono a sviluppare una certa elaborazione intellettuale utile non solo sotto il profilo storico, ma anche con riferimento proprio ai nostri tempi.
Qui sul Gargano inizia la prima tappa tra le escursioni proposte da Venti di Ponente. Va da sé che cercheremo di tracciare un percorso che in maniera succinta incuriosisca e offra spunti di riflessione per una gita che porti, non solo ad un arricchimento sotto il profilo culturale, ma anche carico di momenti emozionali. La storia turistica, per altro di recente istituzione, ha narrato di questa parte del nostro Paese, ovvero lo “Sperone d’Italia”, che da tempo è un luogo della Puglia molto amato dai turisti, in quanto ingloba perfettamente il mare con la montagna e non solo, ma anche presente e passato – e chissà – forse anche il futuro. Infatti, come è noto, tante sono le baie incastonate nella roccia, ed è indubbio che sostare sulle spiagge garganiche bianchissime davanti all’acqua cristallina, mentre la montagna è alle spalle è un’emozione davvero importante. Ma non solo per questo…
È meno di un mese che Venti di Ponente è comparso sulla scena dei quotidiani on line, e già, in questi ultimi giorni, registra un gruppo stabile e di una certa consistenza, di appassionati lettori, che ne hanno apprezzato il taglio ed il tenore. Lettori, sovente, esigenti ai quali si dedica una nuova rubrica ed un nuovo percorso, che qui iniziano, per affrontare assieme e al meglio i prossimi mesi, quando nella stagione calda appunto, data la particolare congiuntura che stiamo vivendo in Italia, non potranno godere a pieno del tempo libero e della possibilità di trascorrere le vacanze estive secondo i loro desiderata, avendo in tale direzione come unica opportunità quella di orientare le proprie scelte esclusivamente nella Regione di appartenenza.
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Da venerdì 11 a domenica 20 ottobre le sale e gli spazi esterni di Tagliatelle - Stazione Ninfeo a Lecce ospitano il progetto di teatro e scrittura "Ri-nascere genitori: generatori di diritti". Ideato da Ura Teatro, in collaborazione con l’associazione Destina ETS e sostenuto dalla seconda edizione dell'avviso "Futura - La Puglia per la parità" promosso dal Consiglio regionale della Puglia, l'iniziativa prevede un laboratorio intensivo, diretto dall'attrice, autrice e regista Anna Chiara Ingrosso e organizzato da Laura Scorrano, e due spettacoli domenicali aperti al pubblico. Info 3285317676 - urateatro@gmail.com.
09 Ottobre 2024Venerdì prossimo, 4 ottobre, a partire dalle ore19:15, presso il noto e polifunzionale agriturismo del Basso Salento, Sante Le Muse, localizzato poco distante da Salve (LE), Mauro Ragosta converserà con Fabiana Renzo, titolare della struttura e riconosciuta letterata salentina, sulla sua ultima pubblicazione L’Arte Della Scrittura – manualetto prêt à porter per l’anima e per la penna.
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27 Agosto 2024Tutto cambierà nel giro di pochissimi anni. Le crisi sotto il profilo socio-economico hanno l’effetto –e ciò è comprovato dalla Storia– di spostare la popolazione dai settori meno evoluti a quelli più evoluti, ovvero da quelli più semplici e meccanici a quelli più complessi e problematici, ed ancora da livelli elementari ad altamente articolati. E la popolazione in cammino in questo percorso non sempre si presenta all’altezza dei nuovi scenari e del cambiamento, talché molti sono quelli che escono dal mercato del lavoro. Sicché la crisi, sicuramente è il preludio a nuovi e rinnovati scenari produttivi e sociali, in un processo che offre maggiori benefici e benessere, ma è anche il momento in cui il sistema si libera di risorse incapaci di percorrere le strade che lo sviluppo impone, e che preferisce sostenere gratuitamente, anziché impiegarle nei processi produttivi e sociali.
06 Agosto 2024“Simu leccesi core presciatu/sòna maestru arcu te Pratu” (Siamo leccesi cuore allegro, gioioso, suona maestro Arco di Prato). Fu l’improvvisa noia che assalì Ferdinando IV di Borbone quando visitò la città di Lecce il 22 aprile 1797 ed espresse davanti alle autorità cittadine la sua indifferenza e disprezzo rispetto al celebre e curioso monumento architettonico che spinse il sindaco a rispondere piccato, quando il regnante si congedò contrariato perché la popolazione era assente, che Lecce ci teneva alla sua arte e che perciò “se ’nde futte te ci rria e de ci parte”. Dal momento che il sovrano aveva espresso la sua opinione artistica pronunciando il detto offensivo “Me ne strafotto” lasciò la città in una piazza vuota di sudditi.
01 Agosto 2024